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«La passione per il calcio e quella ancor più importante per la libertà (quella vera, non quella da spot televisivo), si sono unite in questo caso al desiderio di raccontare e al metodico e quasi ossessivo lavoro di ricerca. L'idea iniziale era quella di ragionare in modo analitico sull'evoluzione del tifo calcistico negli ultimi 50-60 anni, individuando i momenti cruciali di tale fenomeno. Poi capita anche che la penna vada un po' dove vuole. Peccato veniale, voglio sperare. In fondo è l'unico privilegio sul quale chi scrive può ancora contare. Concludo ricordando che, sebbene le storie qui trattate siano soltanto 13, le vittime della violenza ultrà sono, nel momento in cui si va in stampa, 25. Solo uno, all'interno di questo libro, si è salvato: proprio lui, il bambino inesistente della sera del 21 marzo 2004. Lui sì, noi probabilmente no.»